Con permesso... io sono esperto di solitudine, anche perché mai nessuno risponde ai miei post...

comunque, mi sembra di aver capito che ci sia un po' di confusione attorno a questa parola;
forse
Livio e
Mattia, riferendosi alla solitudine, in realtà parlano del
divide et impera?
Dunque, la solitudine nella società, è un vero e proprio sistema di controllo, programmato e messo in atto dalle èlite dominati per separare l'uomo da Sè e dagli altri, al fine di indebolirlo fisicamente, sentimentalmente ed emotivamente, cioè, in tutti i sensi; attraverso i modelli sociali, le religioni, e la filosofia stessa; la quale, troppo spesso sfocia nella retorica, quando non è finalizzata ad uno scopo di vita, in altre parole, resta una palestra mentale, sicuramente utile, ma fine a se stessa quando manca l'esperienza di vita che è complementare ad essa.
Questo discorso lo si capisce bene se ci si mette nei panni di un padrone che vuole dominare una massa di persone; il modo migliore per farlo, è far credere ad ognuno di essere solo in un mondo ostile; in questo aspetto la televisione è determinate; il singolo individuo non capisce di far parte di una umanità che per sua natura è (già) UNITA e non ha bisogno di padroni.
Solitudine o compagnia non hanno più senso quando si scavalca il
dualismo, alla base del quale è stato costruito qualsiasi modello finalizzato al
divide et impera;
credere di essere soli, significa cadere nella trappola del "nemico", che in realtà non è propriamente un nemico (sarebbe un discorso dualistico), ma è lui stesso un ennesimo schiavo di un'ennesima gerarchia di potere;
quindi, ciò che non funziona, e che non fa parte della vera natura umana (per come dovrebbe essere), è proprio il concetto di gerarchia, e di potere;
un aspetto più sottile della solitudine, o
divide et impera, infatti, è proprio la perdita di fiducia nell'essere umano, questo significa accettare che LORO sono più forti; ma cosi facendo la battaglia si perde in partenza.
Bisogna INSEGNARE agli altri esseri umani che non sono soli; indubbiamente, è opprimente e schiacciante, la sensazione di non essere capiti o di non riuscire a comunicare, soprattutto con altre persone animiche, fa passare la voglia di vivere, è un angoscia indescrivibile; ma questo peso, solo un anima è in grado di sopportarlo, l'alieno no! (Ricordo che ai vertici delle èlite c'è l'alieno); questa è la nostra più grande risorsa, ma il nostro più grande limite è la mente, perché la
mente umana è come un bambino, rispetto a una
mente aliena che ha migliaia di anni di esperienza e conoscenza; la partita la stiamo giocando in questo istante e i guerrieri sono proprio le persone più sole; ma la solitudine resta un concetto mentale, che si può trascendere.
Gli
esseri di luce ci chiamano
bambini della terra, con questa espressione vogliono proprio dire che la mente umana è un bambino; un bimbo che deve crescere ed imparare ancora tante cose... sicuramente non da loro (i lux), e non certo dalla odierna società (di stampo alieno), o dalla scuola istituzionale (menzognera finalizzata al
divide et impera), ma dalla vita vissuta, e poi la filosofia (quando è frutto della propria mente) è importante per razionalizzare.
A questo punto del discorso mi sembra utile la lettura di questo articolo:
I guerrieri dell'arcobalenoIl cui contenuto proviene da Enzo Braschi (ex comico di
Drive-in), infatti si dice che i comici (moderni claun) siano le persone più tristi (e sole),
ciao e grazie per l'attenzione.
