Citazione (Caronte)
l'inconscio (con il quale si parla duranta l'ipnosi) è gia ben consapevole di quanto è disgustoso il sapore del fumo; mentre quella sovrastruttura di cui parli tu, è localizzata nel Subconscio (filtro, mediatore, distorsore, generalizzatore) che durante l'ipnosi dorme alla grande
Non necessariamente, Caronte.
Ti stai muovendo nel paradigma freudiano dove il subconscio è un'entità ben definita, chiamiamolo pure
censore psichico - colui che decide cosa passa o no, e ne modifica i dati nell'una e nell'altra direzione.
Se è questa l'idea, paradossalmente quel libro non potrebbe nemmeno funzionare, proprio perché l'associazione tra sigaretta e piacere appartiene principalmente alla sfera inconscia.
La sigaretta produce principalmente tre effetti: l'azione chimica della nicotina (in positivo il rilassamento, in negativo la nausea); gli effetti crudi sul fisico (il sapore, l'odore, lo schifo in bocca, problemi nel digerente e nel respiratorio); il piacere emotivo nel fumare (il premio, la celebrazione, il passatempo, il legante sociale).
Della dipendenza da nicotina te ne liberi nel giro di un paio di settimane, mentre gli effetti negativi sul fisico tendono ad attenuarsi con il risultato di riacquistare un certo grado di benessere che nemmeno pensavi di avere. Ciò che rimane è l'effetto emotivo, la bestia nera che da sola è in grado di farti ricominciare e pure in barba al benessere ottenuto.
Un'azione di dipendenza psicologica così potente non può che appartenere all'inconscio, senza ombra di dubbio.
Inoltre il malessere fisico non può appartenere esclusivamente all'inconscio bensì al subconscio, dato che con un minimo di attenzione puoi percepirlo nella sua forma nuda e cruda (il disgusto); è pertanto un'informazione che passa "as is", senza alcun filtro o mutazione nelle sensazioni. Quando fumi di questo non ne hai consapevolezza, bellamente addormentato nel flusso emotivo.
Pacori ha programmato di amplificare gli effetti fisici ma ciò non è bastato, e Nardi ha ricominciato a fumare nonostante si sentisse "stranamente" male (nota nel video il suo atteggiamento in relazione al malessere indotto). Più che mancanza di motivazione la definirei una mancanza di presenza.
Fai finta che il subconscio non esista, in quanto la sua azione di filtro potrebbe benissimo risultare come un'illusione percettiva nello scambio dati tra due sistemi molto differenti, conscio e inconscio (ogni sistema interpreta a modo suo, e tu dall'esterno lo vedi come un filtro attivo tra i due).
Come vedi è molto più semplice: sbatti il piacere emotivo nell'inconscio e il disgusto nel conscio. Se non ricordo male Allen Carr, nel suo libro, fa roteare tutto attorno questo perno, la consapevolezza di quello che in realtà è, che tradotto nell'analisi appena fatta coincide proprio con la sensazione fisica percepita.
Se a Nardi fosse stato impartito per via ipnotica un qualcosa tipo
"ogni volta che aspiri il fumo di sigaretta fai molta attenzione alle sensazioni fisiche", magari qualcosa sarebbe cambiato.
Certo, l'aspetto associativo-emotivo non lo tocchi (non credo potresti smontarlo neppure dopo varie sedute), ti limiti a fornire una possibilità percettiva maggiore che può cambiare qualche ingranaggio, e magari condizioni profondamente l'intero meccanismo.
Che dire, non ci resta che provare
