Vertice Berlusconi-Sarkozy, firmato l'accordo sul nucleare
Cooperazione tra Italia e Francia: "Partnership illimitata". Confronto dalla Tav all'Afghanistanhttp://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/ambiente/nucleare2/berlusconi-sarkozy/berlusconi-sarkozy.html (24 febbraio 2009)ROMA - Accordo fatto tra Italia e Francia sull'energia nucleare. Il premier Silvio Berlusconi e il capo dell'Eliseo, Nicolas Sarkozy, hanno siglato l'intesa che prevede la cooperazione tra i due Paesi sulla produzione di energia con l'atomo e apre la strada alla costruzione in Italia di quattro centrali di terza generazione. Questo il tema principale del vertice italo-francese di oggi a Villa Madama, Roma. Una giornata di incontri tra i ministri dei due Paesi, dove molti sono stati i temi in discussione, dalla Tav alla crisi finanziaria.
Premier: "Dobbiamo adeguarci". "E' una gioia aver firmato questi accordi sul nucleare", ha esordito il premier durante la conferenza stampa. Per Berlusconi il ritorno al nucleare è imprescindibile: "Dobbiamo adeguarci e svegliarci da questo sonno che stiamo facendo da decenni - ha detto - e affrontare la costruzione di centrali nucleari in Italia con al fianco gli amici francesi, che ci mettono a disposizione il loro know how e grazie al quale risparmieremo anni e soldi". Finora l'ostacolo, secondo il presidente del Consiglio, è stato "il fanatismo ideologico" degli ambientalisti.
Sarkozy: "Partnership illimitata". Il capo dell'Eliseo ha parlato di un accordo "storico" e ha detto che, se l'Italia confermerà il suo ritorno al nucleare (manca ancora l'approvazione del ddl Scajola, ndr), la Francia è disponibile a una "partnership illimitata". "Siamo pronti a dare un aiuto forte per il ritorno di Roma al nucleare", ha aggiunto il presidente francese.
Enel ed Edf. Oltre alla firma del protocollo intergovernativo, sono stati anche sottoscritti da Enel e Edf due "memorandum of understanding" sul nucleare. Documenti firmati dall'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, e dal presidente e direttore generale di Edf, Pierre Gadonneix, che fanno nascere una joint-venture e disegnano un futuro di stretta collaborazione. Tra i vari punti previsti, c'è il rafforzamento della presenza di Enel sul territorio francese: dopo l'ingresso nella centrale di Flamaville, il gruppo italiano entrerà con la stessa quota (il 12,5%) nella nuova centrale di Penly, in Normandia.
Gli altri temi dell'incontro. Stamattina il vertice a Villa Madama si è aperto in un'atmosfera di cordialità. Oltre all'energia, sul tavolo c'erano molti altri argomenti: dai trasporti, con la Tav, al settore militare, con l'Afghanistan e il Libano, all'istruzione e alla crisi finanziaria.
La crisi. Anche la difficile situazione economica è stata al centro della discussione dei due leader. Dopo aver frenato sull'ipotesi di nazionalizzazione delle banche, Berlusconi ha ribadito che il nostro sistema bancario è "solido, siamo un popolo di risparmiatori" e "non è stato inquinato dai titoli tossici". "Italia e Francia vogliono cambiare l'Europa per tutelare i cittadini europei e trarre insegnamenti dalla crisi", ha sostenuto Sarkozy. E poi ha enumerato le sue ricette: "Vogliamo sanzionare i paradisi fiscali, controllare gli hedge-fund e fissare nuove regole per la retribuzione dei banchieri, dei trader e per i bonus".
"Al vertice Ue con una sola voce". Il presidente francese ha rimarcato che gli istituti bancari italiani e francesi "non sono fra quelli che versano nelle maggiori difficoltà in Europa". "E' giusto - ha aggiunto - che Italia e Francia aiutino le politiche industriali, ma io avrei preferito che ci fosse stata una politica coordinata europea per sostenere l'auto". Sarkozy ha assicurato che, al vertice Ue di domenica prossima sulla crisi, "Italia e Francia parleranno con una sola voce per chiedere di prendere decisioni forti".
Truppe congiunte. L'idea è di Sarkozy, ma a riferirla è stato il premier: per garantire la stabilità del Libano saranno presto costituite truppe congiunte franco-italiane. Tra i possibili accordi sulla difesa che l'Italia e la Francia stanno valutando, ci sarebbe un battaglione navale condiviso: "Abbiamo gli stessi obiettivi di politica estera e abbiamo una politica economica comune. Potremmo fare un battaglione navale italo-francese'', avrebbe ipotizzato Sarkozy.
Matteoli: "La Tav già nei prossimi mesi". Al vertice di oggi il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e il suo omologo francese Jean-Louis Borloo hanno sottoscritto alcuni accordi che riguardano la realizzazione della galleria del Tenda, la messa in sicurezza del tunnel del Frèjus, l'incremento dell'autostrada ferroviaria viaggiante (Afa), ma anche la Tav, la linea ferroviaria Torino-Lione. "Con il collega Borloo - ha detto Matteoli - abbiamo condiviso la necessità di rispettare un cronoprogramma che consenta già nei prossimi mesi la definizione del progetto della Torino-Lione, in modo da non ritardare l'attuazione di un'opera essenziale per l'economia dei due Paesi e dell'Europa".
Intesa Berlusconi-Sarkozy, l'Italia riapre al nucleare
Accordo italo-francese per la produzione di elettricità con l'atomo. Il primo impianto entro un decennio. Tra gli obiettivi: esportare energia insiemehttp://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/ambiente/nucleare2/intesa-italia-francia/intesa-italia-francia.html (24 febbraio 2009)ROMA - Sarà l'energia nucleare il piatto forte del vertice italo-francese di oggi a Roma. Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, e quindici ministri di entrambi i governi firmeranno di una serie di accordi che spaziano dal settore dei trasporti, in particolare la conferma della Torino-Lione, a quello dell'istruzione e militare.
Ma l'evento sarà l'alleanza, guidata dalle due controllate di Stato Enel e Edf, per costruire quatto centrali nucleari in Italia, la prima sarà operativa nel 2020. "L'accordo riguarda tutti gli aspetti del nucleare, dalla collaborazione in sede europea ai temi della sicurezza, dalla cooperazione tecnologica alla formazione dei tecnici, dallo smantellamento degli impianti alla collaborazione industriale in paesi terzi" ha spiegato ieri il ministro per lo Sviluppo Claudio Scajola che ha ricordato anche l'imminente approvazione alla Camera del suo ddl in cui viene istituita l'Agenzia per la sicurezza nucleare. L'ente che opererà sotto la presidenza del Consiglio, si occuperà di regolare il settore e di riportare l'Italia a produrre in proprio energia elettrica grazie all'atomo dopo avervi rinunciato con il referendum del 1987.
Più volte il ministro Scajola ha ricordato la tabella di marcia: individuazione del luogo e posa della prima pietra entro la fine della legislatura e attivazione del primo impianto entro un decennio. All'agenzia in via di costituzione spetteranno tutti i poteri autorizzativi sui progetti, grazie a delle norme presenti nel Ddl che hanno già suscitato critiche perché limitano al minimo le capacità d'intervento degli enti locali nei territori coinvolti.
"Sarà un accordo politico - aggiungono fonti dell'Eliseo - che copre tutta la filiera nucleare. E che, da una parte, aprirà ai grandi players francesi il mercato italiano dell'energia atomica, dall'altra permetterà di esportare congiuntamente tecnologia nucleare verso paesi terzi". Un primo plauso all'alleanza Scajola e il suo omologo Jean Louis Borloo lo hanno ricevuto alla cena del Foro di dialogo Italo francese, associazione di imprenditori di entrambi le nazioni presieduto dal presidente di Generali Antoine Bernheim e dal presidente Ifil John Elkann. Gli imprenditori incontreranno oggi Berlusconi e Sarkozy per discutere dei livelli d'intervento su banche e imprese durante la crisi finanziaria, anche in vista del vertice del G20 che si terrà a Londra all'inizio di aprile. Temi affrontati anche dai ministri economici Giulio Tremonti e Christine Lagarde che rinnoveranno gli impegni, assunti dal G4 di Berlino di domenica, di mettere al bando qualsiasi provvedimento protezionista.
Si riunirà anche il Consiglio di sicurezza e difesa, cui partecipano i ministri degli Esteri e della Difesa con all'ordine del giorno la situazione in Afghanistan, in Medio Oriente e nei Balcani occidentali e dei rapporti con la Russia.
Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e Borloo discuteranno anche dello stato di avanzamento della linea ferroviaria Torino-Lione anche se in un'intervista a Le Figaro pubblicata oggi Berlusconi ha garantito che la Tav si farà: "Intendiamo accelerare il lavoro per completare il Corridoio 5. L'Alta Velocità era nel nostro programma elettorale, c'è pieno accordo nel governo".
Quattro impianti Enel-Edf, la prima centrale nel 2020
I contenuti del protocollo intergovernativo e dei due memorandum tra aziende. Il capitale aperto ad altri operatori del settorehttp://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/ambiente/nucleare2/quattro-impianti-2020/quattro-impianti-2020.html (24 febbraio 2009)ROMA - Quattro centrali. La prima accesa nel 2020 e le altre tre a seguire. Ognuna con una potenza di 1600 megawatt, per un totale di 6400 Mw : vale a dire il 25 per cento dei consumi di energia nel nostro Paese.
La rotta che riporta il nucleare in Italia è tracciata nei tre documenti che verranno siglati oggi durante il vertice italo-francese di Roma: l'accordo intergovernativo predisposto per le firme del premier Silvio Berlusconi e del presidente Nicolas Sarkozy, e i due memorandum of understanding che saranno sottoscritti da Enel e Edf.
E' uno di questi ultimi, in particolare, a sancire la svolta energetica italiana, in attesa naturalmente dell'approvazione definitiva delle regole che dovranno fornire il contesto normativo al ritorno dell'atomo - ovvero il ddl del ministro dello Sviluppo Economico, Scajola, ormai a tre quarti del proprio iter parlamentare - nonché della scelta dei siti che ospiteranno gli impianti. Il documento, infatti, prevede la creazione di una joint-venture tra Enel e Edf per la progettazione e la realizzazione di quattro unità EPR (le centrali nucleari di terza generazione) sul territorio italiano. Enel avrà la maggioranza sia del controllo che dell'esercizio delle centrali, e toccherà sempre al gruppo italiano la fetta più consistente dell'energia ritirata. Paritetica, invece, la parte relativa allo sviluppo della progettazione degli impianti, il primo dei quali dovrebbe accendere le turbine entro il 2020. Enel, peraltro, potrebbe non essere l'unica protagonista italiana dell'operazione: il memorandum prevede che il capitale della joint-venture sia aperto all'ingresso di altri soci (gli operatori del settore - come Edison, Sorgenia, le municipalizzate, E. On Italia - e le cosiddette società energivore, ovvero i siderurgici, il comparto della ceramica o dell'alluminio), con la diluizione proporzionale delle quote in capo al gruppo guidato da Fulvio Conti e all'Edf. Proprio Edf, peraltro, controlla insieme ad A2A (municipalizzate di Milano e Brescia) la Edison.
L'altro memorandum consolida invece la presenza in Francia di Enel: dopo la partecipazione al 12,5% nel progetto del reattore EPR di Flamanville, il gruppo italiano ottiene la medesima quota nella realizzazione del secondo impianto di terza generazione, quello di Penly sempre in Normandia. Un'altra tessera del mosaico che a fine percorso Enel avrà oltralpe: 1.200 Mw di nucleare, 500 Mw di eolico, 800 Mw di carbone pulito, 930 Mw di cicli combinati e la partecipazione all'idroelettrico.
Quanto al protocollo di accordo tra le due cancellerie, quello alla firma di Berlusconi e Sarkozy, presenta aspetti che vanno al di là dei semplici orientamenti. E' il caso del coinvolgimento delle aziende che costruiscono le centrali: il documento prevede infatti lo "sviluppo della cooperazione industriale tra le imprese della filiera nucleare dei due Paesi, in particolare tramite la realizzazione di partenariati strategici industriali (...) tra imprese italiane e francesi competenti per l'ingegneria e la realizzazione di ogni tipo di apparecchiature per le centrali elettronucleari". Il che significa, ad esempio, che una joint-venture come quella tra Enel e Edf potrebbe nascere tra l'Ansaldo e un'analoga impresa francese (Areva): un'apertura, dunque, del mercato francese per la società del gruppo Finmeccanica che oggi produce prevalentemente centrali su licenza Westinghouse-Toshiba.
Tutte le intese che verranno firmate oggi nel settore dell'energia sembrano all'insegna della reciprocità. Almeno nelle intenzioni. Il protocollo fissa la "volontà di eliminare gli ostacoli che possono limitare la cooperazione bilaterale nel campo industriale e commerciale, e di favorire l'apertura reale e reciproca così come il buon funzionamento del mercato dell'energia, nel rispetto del diritto comunitario e delle legislazioni nazionali".
Infine, il decommissioning e le centrali di quarta generazione: nel primo caso il protocollo prevede "la cooperazione tecnica e industriale per lo smantellamento degli impianti, al momento opportuno, nei due Paesi"; nel secondo, "partenariati in materia di ricerca e di sviluppo tecnologico, in particolare tra gli organismi pubblici Enea e il suo omologo francese Cea, compresi i progetti definiti come reattori di quarta generazione e i reattori di ricerca".