Citazione (Zeratul)
[...]Il chè mi ha fatto un po' pensare..io di "problemi" ( intesi come comportamentali,psicologici,etc) grossi non ne ho...però se questi avvenimenti avessero in un certo senso influito su di me? Alcuni dei ricordi erano pieni di legami, e infatti ho iniziato un po' a trattarli, ma magari ce ne sono altri che non ricordo che hanno un peso ben maggiore...[...]
Insomma, la faccenda mi interessa parecchio, soprattutto per togliermi piccole fobie o blocchi che ho sempre avuto e le cui cause magari si trovano nei primi anni di vita...[...]
Avete consigli su come procedere al meglio per un lavoro di scavo di questo tipo? Voi cosa ne pensate, avete mai provato a rifletterci?
Ti rispondo per quanto ne so, avendoci già riflettuto, provato personalmente e osservato gli esiti di terapie del genere.
Generalmente lo scavo non tira fuori tanto i ricordi, piuttosto le
proiezioni.
Per
proiezione intendo qualsiasi costrutto che passi dall'inconscio (tuo o di un soggetto) al conscio (tuo o del soggetto),
e soprattutto che sia profondamente condizionato dallo stato in cui ti trovi nel presente reale. Questo per due ragioni sostanziali: la prima, condivisa da quasi tutti gli studiosi di psicologia, è che l'inconscio tende sempre a rispondere (si dice che "l'inconscio non mente mai"), mentre la seconda riguarda l'evidenza che qualsiasi azione andiamo a compiere a livello mentale, che si tratti di scavo semplice riflessione o altro, parte sempre dal presente per arrivare al passato o al futuro.
E' chiaro che determinati ricordi passati è possibile tirarli fuori in stato alterato di coscienza (rilassamento profondo, ipnosi, gnosi, sogno etc.), io stesso ho avuto la fortuna di assistere alla riemersione di interi costrutti di ricordi apparentemente dimenticati, fin nei minimi particolari. Ma è altrettanto vero che in quei casi in cui non si può avere la controprova scientifica di quanto accaduto (cioé provare che l'accaduto sia realmente accaduto), paventa l'ipotesi che se l'inconscio non mente mai, vuol dire che probabilmente ha anche altri accessi informativi a noi poco noti.
Esempio: ti faccio ricordare i tuoi primi istanti di vita, i ricordi affiorano, ma tua madre non è più in vita e non ci può provare quanto andiamo ad attingere dalla tua memoria.
Conclusione generalmente accettata: risultati non falsificabili, poca attendibilità dell'accaduto e quindi della fonte della tua fobia.
Mio punto di vista: i risultati sono comunque accettabili indipendentemente se reali o meno, dato che secondo il tuo inconscio producono comunque un condizionamento attivo sul tuo comportamento (la fobia). Saranno quindi
proiezioni inconsce del tuo attuale problema, comunque su cui è possibile lavorare.
La medesima questione, però, riguarda anche il vero e proprio concetto di "scavare". In alcune scuole di pensiero si evidenzia la possibilità che in realtà non si faccia alcuno scavo, anzi, al contrario si effettuino tutta una serie di nuove associazioni in base a ciò che riemerge dalla memoria.
In termini sistemistici, dopo lo scavo la tua situazione attuale sarà definita come la tua precedente situazione (prima dello scavo) + i ricordi che sono emersi. In poche parole i ricordi emersi non sono più il fulcro del tuo problema, bensì nuove cause che si agganciano e tengono in piedi il problema.
Esempio: hai dei tic e ricordi che tuo padre ti urlava dietro? Senti di credere a questa correlazione (tic = stress causato dagli urli)?
Prassi: risolviamo il problema legato a tuo padre, notando che i tic non si risolvono, rieffettuiamo un nuovo test e vediamo se emergono ulteriori ricordi.
Conclusione: nella maggior parte dei casi otterrai una lunghissima terapia e continui ricordi-cause. Provare per credere, sembra quasi che il pozzo non ha mai fine.
Come se ne esce?
Secondo me - e secondo alcune valide branche della psicologia moderna - agendo direttamente sul presente e non più sulle proiezioni del passato (o del futuro, dipende dai casi).
In poche è molto più utile (ed efficiente) cercare di comprendere le cause
presenti che favoriscono il mantenimento del comportamento fobico o dei tic. Cercare di smontare il meccanismo che tiene ancora in piedi la faccenda, senza interessarsi del perché ha scatenato principalmente tutto questo.
Se ci pensi è anche logico... se la tua auto ha un difetto di carburazione, questo va corretto più che altro analizzando lo stato attuale del motore e agendo proprio su quello, piuttosto che cercare assolutamente ciò che l'ha provocato molte settimane fa. Chiaro che in questo caso la causa primaria va comunque tenuta in considerazione onde prevenire che ricapiti di nuovo, ma la mente umana rispetto ad un motore meccanico ha la facoltà di trasformarsi continuamente, per mezzo di nuove associazioni con le percezioni e le esperienze, quindi non è neanche detto che una causa di tanti anni fa, se ti si ripresenta oggi, avrà su di te lo stesso impatto emotivo. Anzi, normalmente è proprio l'esatto contrario: reiterando uno stimolo negativo si tende a percepirlo sempre meno.
Un mio parente molti anni fa soffriva di balbuzie. Fu sottoposto ad una sessione terapeutica psicologica di qualche settimana; inizialmente spuntò fuori il ricordo causante del disturbo, ma ciò guarda caso non bastò a risolvere automaticamente il problema. La terapia considerava il ricordo scatenante, più che altro come un effetto collaterale del percorso, un qualcosa "di più" ma non assolutamente necessario. Vennero infatti attuate determinate tecniche di rieducazione vocale (quindi orientate allo studio della condizione
attuale del paziente), e la sua vita tornò ad essere normale e piacevole.
Simpatico, vero?
